Il progetto

Da Wiki GNA.

Premessa

Valeria Boi

Questa sezione costituisce il manuale d'uso dell'applicativo (template GIS) per la raccolta dei dati destinati alla pubblicazione nella sezione denominata "dati raccolti con standard GNA" del Geoportale. Il template è strutturato per raccogliere dati esito di qualsiasi tipo di indagine ed è quindi utilizzabile in tutte le attività di raccolta e inserimento di dati che utilizzano tale standard di rappresentazione e descrizione dei dati.

All'interno del manuale è possibile reperire le informazioni di dettaglio relative alla struttura, alle caratteristiche e alle modalità di compilazione dei singoli campi della banca dati GNA, raccolte all'interno di tabelle; sono inoltre presenti indicazioni più generiche relative al tipo di scelte progettuali effettuate, alla modalità di svolgimento di specifiche operazioni tecniche, a specifici casi d'uso, che possono guidare l'utente nella compilazione. Per facilitare la consultazione da parte dell'utente durante il lavoro di inserimento dei dati, è possibile accedere al manuale anche direttamente dall'interno del template; in tale modalità di consultazione, si viene reindirizzati direttamente ai singoli paragrafi. Nell’interesse di tutti gli utenti, chiediamo di esprimere qualunque dubbio e/o perplessità, di segnalare malfunzionamenti e di formulare proposte migliorative scrivendo agli indirizzi indicati sulle pagine del sito ICA e nella sezione "contatti" del portale GNA, al fine di ottimizzare gli strumenti in uso.

Date le specifiche caratteristiche della procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico, effettuata ai sensi delle linee guida emanate con DPCM 14 febbraio 2022, il manuale contiene inoltre indicazioni relative a tale specifica procedura, evidenziate nel testo all’interno di appositi riquadri.

Finalità del progetto Geoportale Nazionale dell’Archeologia

Valeria Boi

L'obiettivo del GNA è la creazione di una carta archeologica digitale del patrimonio archeologico italiano, liberamente consultabile da tutti gli utenti attraverso il web e facilmente implementabile nel tempo.

In particolare, la sezione "dati raccolti con standard GNA" è funzionale alla messa in rete dei dati esito dell'attività di tutela del MiC, che altrimenti, a causa di quelle che sono le modalità e i tempi di acquisizione, resterebbero in molti casi completamente inediti. Il conferimento al GNA delle informazioni minime relative a tutti i nuovi interventi svolti con la Direzione scientifica del MiC (archeologia preventiva, scavi in assistenza, anche se con esito negativo, scavi d'emergenza) rappresenta la chiave per la sostenibilità del portale in termini di completezza delle informazioni e di rapidità e costanza di aggiornamento, rendendolo uno strumento sempre più affidabile per finalità di studio e ricerca, tanto quanto per le figure coinvolte nella progettazione e pianificazione urbanistica e territoriale.

Per questo motivo, il portale è liberamente accessibile in modalità Open Access; i dati pubblicati possono essere scaricati, modificati e riutilizzati secondo le condizioni della licenza Creative Commons BY 4.0, attraverso un plugin dedicato che consente di conferire al GNA sia le modifiche apportate a schede già esistenti sul portale, che schede relative a dati di nuova acquisizione. Trattandosi di una sintesi minima delle informazioni, è importante che ogni scheda contenga sempre il riferimento all’archivio presso cui è conservata la documentazione dalla quale le informazioni provengono e/o la bibliografia di riferimento, nei campi dedicati all'interno del MOSI.

N.B.: Il progetto GNA non prevede attualmente la digitalizzazione della documentazione originale cartacea o la creazione di allegati digitali ai record MOSI e MOPR (ad eccezione di una foto rappresentativa del MOSI, prevista per i protocolli di interoperabilità con il Sistema nazionale del catalogo ICCD). La struttura dei dati, tuttavia, rende possibile effettuare con facilità la connessione con progetti di digitalizzazione, sia organizzati dagli Istituti centrali Mic che dagli Uffici periferici.

La struttura del progetto

La struttura del progetto è così organizzata:

  • Un layer MOPR, che va compilato per primo perimetrando l’intera area presa in esame per la raccolta dei dati e va considerato come il contenitore di tutti gli elementi sottostanti. L’esigenza di poter ricondurre a un evento unico l’intero lavoro è dettata dalla considerazione che si tratta quasi sempre di incarichi esterni o interni che hanno occupato professionisti e/o funzionari e che quindi è bene siano rendicontabili facilmente. Il layer è multipoligonale, ovvero accetta l’inserimento di più poligoni, anche non contigui, per un’unica occorrenza (record) ed è utilizzabile per inserire i dati relativi ad attività di raccolta/riordino di dati, quali:
    • documento di valutazione del rischio archeologico (VIARCH)
    • tesi di laurea
    • digitalizzazione di una carta archeologica
    • ricognizione di un settore di un archivio
    • svolgimento di una campagna di scavo;
    • svolgimento di una campagna di ricognizione;
    • ecc.


In fase di redazione di un documento di valutazione, il MOPR corrisponde all’area vasta interessata dallo studio preliminare (VIARCH). I layer vettoriali relativi alle aree occupate dalle lavorazioni previste dalla bozza di progetto esistente al momento in cui il soggetto incaricato della redazione del documento compila il template è invece demandata al semplice caricamento dei layer - preferibilmente vettoriali, oppure raster georiferiti in caso di indisponibilità dei precedenti - forniti dalla stazione appaltante. In caso di necessità il soggetto incaricato può comunque creare e implementare, all’interno del template, un nuovo layer vettoriale destinato alla rappresentazione di tali elementi, utili per la redazione dello studio.

  • Un gruppo di tre layer MOSI identici tra loro, che differiscono solo per tipo di geometria, destinati a raccogliere i dati sulle emergenze. I layer sono multigeometria, ovvero accettano l’inserimento di più elementi, anche non contigui, per un’unica occorrenza
  • Un gruppo di layer che servono a descrivere gli eventi (ricognizioni o scavi) che hanno portato all’individuazione di strutture, materiali o altre tracce archeologicamente rilevanti e che sono la raffigurazione su mappa degli Authority File di ricognizione (RCG_multipolygon) e scavo (DSC_multipolygon) presenti in SIGECweb: in tal modo sarà semplice e automatico mantenere la relazione tra le aree di ricognizione e di scavo e i materiali rinvenuti e inventariati tramite MINP 4.00:
    • il layer RCG_multipolygon serve a perimetrare e censire l'insieme delle aree di ricognizione. Il layer è multipoligonale, ovvero accetta l’inserimento di più poligoni, anche non contigui, per un’unica occorrenza. Si tratta della raffigurazione su mappa dell’Authority File di ricognizione (RCG). Si ricorda che in fase di compilazione di un documento di valutazione va registrata un’unica ricognizione, intesa come campagna di ricognizioni effettuata sull’area vasta interessata dallo studio preliminare; i dettagli verranno riportati e descritti nel layer D_RCG_multipolygon.

    • il layer D_RCG_multipolygon, strutturato per raccogliere i dati delle diverse aree ricognite, è finalizzato alla produzione di una carta di tali aree, tematizzata per accessibilità/visibilità o per uso/copertura del suolo (una proposta di layout è disponibile per entrambi)

    • il layer DSC_multipolygon serve a perimetrare e censire le aree di scavo. Il layer è multipoligonale, ovvero accetta l’inserimento di più poligoni, anche non contigui, per un’unica occorrenza. Si tratta della raffigurazione su mappa dell’Authority File di scavo (DSC) presente in SiGECweb

    • Un layer VRD_multipolygon (Carta del rischio), strettamente connesso con MOPR e specificamente legato alle procedure di archeologia preventiva, nel quale l’area interessata dalle lavorazioni deve essere suddivisa, a seconda del livello di rischio al quale il progetto dell’opera espone il patrimonio archeologico noto o presunto, in macroaree individuate anche in relazione alle caratteristiche delle diverse lavorazioni previste (presenza e profondità degli scavi, tipologia delle lavorazioni e del cantiere da impiantare, ecc…). L’implementazione dei dati dovrebbe partire proprio dalle aree in cui sono previsti interventi di scavo, fornito dalla stazione appaltante, per valutare lo specifico rischio cui i lavori in progetto espongono il patrimonio archeologico

    • Un layer VRP_multipolygon (Carta del potenziale), sul quale l’area interessata dalle lavorazioni viene suddivisa e tematizzata a seconda del grado di potenziale archeologico - detto anche rischio assoluto - ovvero della probabilità che il sottosuolo conservi strutture o livelli stratigrafici archeologici. Questo layer costituisce la base per la realizzazione della Carta di potenziale


Il concetto di potenziale archeologico riguarda come detto la generica potenzialità archeologica di una macroarea ed è una sua caratteristica intrinseca, quindi la sua implementazione nell’ambito della redazione della documentazione di valutazione archeologica non viene in alcun modo modificata dal progetto o dal tipo di lavorazioni previste (tali elementi entrano in gioco nella valutazione del rischio archeologico, rappresentato sulla carta descritta supra).
Un’area caratterizzata da un determinato potenziale archeologico può possedere coefficienti di rischio estremamente diversificati a seconda delle lavorazioni previste da uno specifico intervento. Per fare solo un esempio banale: emergenze archeologiche note, conservate in situ a una profondità di -2m., rappresentano un’area con rischio altissimo se il progetto coinvolgerebbe quote vicine a quelle della loro giacitura; se viceversa i lavori prevedono uno scavo in galleria a elevata profondità, per esempio per il passaggio della metropolitana, il rischio è minimo.

  • Un gruppo Ipotesi ricostruttive con due layer destinati alla rappresentazione (lineare o poligonale, a seconda del tipo di emergenze archeologiche censite) delle ricostruzioni ipotetiche di tratti/porzioni di elementi archeologici noti. I dati vanno implementati dall’interno della scheda del MOSI che descrive la struttura di cui si intende fornire la ricostruzione.
  • Collegamento a un gruppo Tabelle che contengono i vocabolari e vengono richiamate nel Template in formato JSON dal server WEB del GNA ogni volta che viene aperto il progetto e non più direttamente dal geodatabase, risolvendo problemi di performance e di rete: per avere le tabelle sempre aggiornate è quindi consigliabile chiudere il progetto per lo meno a fine giornata e non lasciarlo aperto per più giorni di seguito.


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La struttura del progetto. WMS e mappe di base

Nel progetto sono precaricati alcuni layer WMS divisi in due gruppi:

  • GNA, che raccoglie i dati presenti sul Geoportale Nazionale dell'Archeologia. Tutti gli elementi sono interrogabili e restituiscono informazioni essenziali, rimandando ai siti di provenienza per maggiori dettagli:
    • WMS_MOSI_multipoint - Siti (punti)
    • WMS_MOSI_multilinea - Siti (linee)
    • R_MOSI_multilinea - Siti (linee): eventuali ricostruzioni di parti mancanti del layer lineare
    • WMS_MOSI_multipolygon - Siti (poligoni)
    • R_MOSI_multipolygon - Siti (poligoni): eventuali ricostruzioni di parti mancanti del layer poligonale
    • Catalogo ICCD: sono pubblicati, in forma puntuale, tutti i dati dei beni immobili e mobili immobilizzati presenti sul Catalogo Generale dei Beni Culturali, senza distinzione di epoca. I dati sono interrogabili e rimandano alla scheda completa presente nella banca dati ICCD.
    • Censimento: il Progetto Censimento (2002-2008) coordinato dall’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Università di Roma Sapienza e di Foggia e il CNR, costituisce un repertorio basato sui principi metodologici della Carta Archeologica d’Italia; contiene notizie edite ricavate da documenti bibliografici e d’archivio, che necessitano sempre di un ricontrollo prima dell'utilizzo. Si raccomanda di riportare nell'apposito campo del MOSI (Codice sito censimento (CCO) il riferimento alla scheda del Censimento.
  • Cartografia WMS/WFS, che raccoglie alcuni WMS di servizi messi a disposizione da altri enti/servizi:
    • Vincoli paesaggistici, dal SITAP, sistema web-gis del Ministero della Cultura, Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee finalizzato alla gestione, consultazione e condivisione delle informazioni relative alle aree vincolate ai sensi della vigente normativa in materia di tutela paesaggistica. Contiene attualmente al suo interno le perimetrazioni georiferite e le informazioni identificativo-descrittive dei vincoli paesaggistici originariamente emanati ai sensi della legge n. 77/1922 e della legge n. 1497/1939 o derivanti dalla legge n. 431/1985 ("Aree tutelate per legge"), e normativamente riconducibili alle successive disposizioni del Testo unico in materia di beni culturali e ambientali (d.lgs. n. 490/99) prima, e del D.Lgs. n. 42/2004 e ss.mm.ii (Codice dei beni culturali e del paesaggio, di seguito "Codice") poi. In considerazione della non esaustività della banca dati SITAP rispetto alla situazione vincolistica effettiva, della variabilità del grado di accuratezza posizionale delle delimitazioni di vincolo rappresentate nel sistema rispetto a quanto determinato da norme e provvedimenti ufficiali, nonché delle particolari problematiche relative alla corretta perimetrazione delle aree tutelate per legge, il SITAP è da considerarsi un sistema di archiviazione e rappresentazione a carattere meramente informativo e di supporto ricognitivo, attraverso il quale è possibile effettuare riscontri sullo stato della situazione vincolistica alla piccola scala e/o in via di prima approssimazione, ma a cui non può essere attribuita valenza di tipo certificativo.
    • Catasto, visibile a partire dalla scala 1:10.000

Le mappe di base precaricate sono OSM Standard e Google Satellite.

La cartella del progetto

La cartella, oltre ai due file di progetto per i quali si veda oltre, contiene due sottocartelle e un file:

  • ALLEGATI, cartella in cui sono già presenti alcune immagini predefinite da utilizzare quando non sia possibile allegare una foto
  • NORMATIVE ICCD, che raccoglie i PDF descrittivi della struttura e delle norme di compilazione dei MOPR e dei MOSI

Alcune avvertenze

Si prega di leggere attentamente queste brevi note e di seguirle. Nel caso ci siano delle mancanze nelle istruzioni o delle incertezze nell'applicazione si prega di scrivere a dg-abap.gna@cultura.gov.it per chiarimenti.

Il codice personale

Il codice da inserire nel campo CPR del MOPR, quando non sia disponibile un CUP, viene rilasciato da ICA a professionisti e ditte che ne facciano richiesta ed è funzionale esclusivamente a facilitare e semplificare la creazione di codici univoci per i MOPR. Inviare una mail con oggetto Richiesta codice univoco per MOPR all’indirizzo dg-abap.gna@cultura.gov.it, specificando nome e cognome e indirizzo mail. È possibile richiedere il codice come professionisti e come ditte, utilizzando l’uno o l’altro a seconda del caso. La numerazione progressiva deve essere univoca rispetto al codice professionista/ente.

Criticità, malfunzionamenti, richieste di integrazioni/modifiche

Il singolo utente NON deve effettuare alcuna modifica alla struttura del template. Qualora riscontri problematiche quali un malfunzionamento, la presenza di valori non coerenti/errati/imprecisi o la mancanza di un lemma all’interno di un vocabolario chiuso, è pregato di segnalarlo per le vie brevi al funzionario SABAP di riferimento e contestualmente ai referenti DGABAP/ICA/ICCD, così da consentire la discussione delle proposte, la correzione degli errori e l’eventuale modifica dei vocabolari, non limitatamente alla sola versione in uso, ma estendendola a tutti gli utenti dell’applicativo. Solo in questo modo sarà possibile mantenere l’uniformità del sistema a livello nazionale e garantire la correttezza necessaria per predisporre la pubblicazione dei dati sul GNA e l’interoperabilità con ICCD e con le altre piattaforme MiC, centrali o locali.

NB: Sono ovviamente possibili e del tutto autonome e libere l’aggiunta di layer raster e vettoriali, il collegamento a WMS/WFS, e la modifica delle simbologie del template in uso e l’eventuale modifica dei layout di stampa, così da ottimizzarli per quanto riguarda la scala di rappresentazione e/o altre specifiche esigenze.

Livello di dettaglio

Valeria Boi

Il censimento in corso riguarda un livello minimo di descrizione; pertanto, per le informazioni di dettaglio sulle singole parti di un complesso non sono stati previsti campi strutturati/vocabolari, ma tali informazioni debbono essere inserite esclusivamente in descrizione.

Esempio: Le porzioni di ambienti riscaldati ascrivibili a un complesso termale saranno schedate come luogo ad uso pubblico/impianto termale se è appunto acclarata la loro appartenenza a un edificio pubblico, mentre nel caso in cui sia possibile ipotizzarne l’appartenenza ad una struttura privata saranno schedate, a seconda del caso, come insediamento/villa o struttura abitativa/domus, inserendo l’informazione relativa all’individuazione degli ambienti termali soltanto nella descrizione (DES). Nel caso, infine, in cui l’attribuzione rispettivamente a complesso termale pubblico o ambienti termali privati sia dubbia o non disponibile (ad esempio riferibile genericamente ad ambienti riscaldati, solo ipoteticamente termali) si dovrà ricorrere a indicazioni più generiche, inserendo in descrizione tutti gli elementi utili alla conoscenza del bene.

La tipologia di documenti censiti e le fonti informative (segnalazioni, anche di vecchia data, assistenze e scavi d’emergenza di limitata estensione, ricognizioni) possono determinare casi in cui il livello di interpretazione sia piuttosto generico; ad es. una ricognizione può avere come esito l’individuazione di un’area di frammenti fittili, descritti in maniera sommaria, e di porzioni di strutture non identificabili. In tal caso l’archiviazione del ritrovamento potrà essere sinteticamente effettuata ricorrendo nel solo livello OGD al termine insediamento (se vi sono indizi che questa sia la funzione) oppure ancor più indefinitamente alla definizione sito non identificato.'

I progetti, gli scavi e i ritrovamenti devono essere rappresentati come poligoni in tutti i casi in cui questo sia possibile. L’eventuale e molto probabile imprecisione nel posizionamento di dati pregressi potrà opportunamente essere esplicitata nell'apposito campo note (GEN).

Per quanto riguarda il grado di dettaglio a cui scendere nella rappresentazione grafica delle strutture (è importante riprodurre anche solo schematicamente i muri e non solo l’ingombro occupato dai ritrovamenti), si consiglia una rappresentazione non caratterizzata delle strutture/evidenze/limiti del rinvenimento schedato. La vettorializzazione, per quanto schematica, deve rendere conto con esattezza delle dimensioni e della consistenza dei resti e soprattutto della possibilità che essi proseguano oltre l’area indagata, ma non deve essere appesantita da caratterizzazioni che non sarebbero comunque apprezzabili a una scala topografica. Semplificando, si può dire che è necessario ragionare a una scala di consultazione non inferiore a 1:1000/1:500.

I rinvenimenti puntuali, come un tesoretto, un cippo, una statua, ecc., sono invece da trattare sempre come punti, così come i rinvenimenti di cui non si conosce precisamente la dimensione o la forma (per esempio una tomba di cui non si ha documentazione precisa, ma solo notizia). Inoltre, nell’ambito della redazione del documento di valutazione, a seconda della distanza dalle opere in progetto, del grado di dettaglio della documentazione di partenza e del tipo di emergenza archeologica individuata, è sempre ammessa la rappresentazione puntuale.

Il layer multilineare è pensato per accogliere dati come le tracce della centuriazione, eventuali anomalie lineari, la ricostruzione ipotetica di assi viari ecc., ma non per rappresentare ad esempio un acquedotto o un tratto di basolato stradale, che sono poligoni e vanno trattati come tali.

Dati negativi e assenza di ritrovamenti

Valeria Boi

Il template, date le sue finalità specificamente connesse con lo svolgimento di attività di tutela, deve essere utilizzato anche per registrare indagini svolte con esito negativo. In tal caso, è fondamentale distinguere tra indagini che non hanno dato luogo a rinvenimenti, ma in cui i lavori hanno intaccato solo strati antropici, e le indagini che hanno raggiunto con certezza il livello del suolo naturale. Tutte le indagini di scavo vengono rappresentate tramite il layer DSC, che indica l'esatta estensione dell'area indagata e nel quale è previsto un campo apposito per registrare l'esito, positivo o negativo, dello scavo. Nel layer DSC è inoltre necessario indicare la quota di fine scavo ed è possibile indicare l'eventuale presenza di materiali archeologici in giacitura secondaria (in particolare negli strati di riporto moderno o contemporaneo). Nel caso di più saggi fatti in una stessa occasione e alla stessa profondità, tutti con esito negativo, sarà possibile raggrupparli in un unico layer DSC multi-poligonale. Qualora gli scavi abbiano raggiunto il livello sterile, è inoltre possibile compilare le aree indagate fino al livello geologico un layer MOSI negativo (OGD = area priva di tracce archeologiche). La redazione di un layer MOSI negativo deve essere preceduta da una accurata valutazione, condotta anche sulla base dei dati geologici e geo-pedologici, sulla quota dello strato non antropico, nonché sulla natura e le alterazioni subite dai riporti. Tale valutazione deve essere particolarmente accurata soprattutto in aree caratterizzate da strati di natura alluvionale, in cui livelli privi di materiale antropico, anche di elevato spessore, possono coprire i livelli antropici antichi.

Indicazioni redazionali

Si prega di osservare scrupolosamente alcune regole sintattiche nella redazione delle schede:

  • nel caso si debbano inserire più occorrenze in un campo indicato come ripetitivo sui manuali, i dati vanno riportati in sequenza separati da punto e virgola e spazio. Esempi:
    • ECM = SABAP-MI; SABAP-MB
    • CMC = Verdi, Luigi; Rossi, Ludovica; Bianchi, Elia
  • le date in buona parte vengono compilate automaticamente, ma la sintassi delle date complete è anno/mese/giorno (yyyy/MM/dd)
  • i nomi vanno scritti sempre Cognome, Nome
  • nel caso sia necessario riportare il codice di catalogo di un bene già presente su SIGECweb (si prega di effettuare sempre il controllo) l’NCT va riportato completo, senza spazi o segni di interpunzione, di codice regione (NCTR) + codice identificativo (NCTN). Es.: 0500089478, 1600005847

Prima di cominciare

Una nota su QGIS

Il progetto è pensato per lavorare sempre con l’ultima versione stabile (LTR) che è attualmente QGIS 3.34 Prizren. Si consiglia di tenere sotto controllo il rilascio di nuove versioni LTR, facendo attenzione ai messaggi che il team di QGIS invia regolarmente all’avvio di un progetto. Non è necessario aggiornarsi sempre all’ultima versione, ma è conveniente essere allineati per evitare problemi di visualizzazione (mentre non c’è comunque nessun problema con i dati). La prossima LTR (3.40) sarà rilasciata a febbraio 2025.

Per dettagli su alcune funzioni specifiche utili alla compilazione del progetto si rimanda al capitolo Brevi note su QGIS.

I campi della localizzazione

I dati alfanumerici legati al posizionamento sulla mappa derivano dalle attività di aggiornamento e revisioni delle Basi Territoriali realizzate per i censimenti generali del 2011 e delle variazioni territoriali intercensuarie rilasciate dall’ISTAT. La versione precaricata sul Template è quella aggiornata al 1 gennaio 2023.

Nel caso di geometrie poligonali che siano a cavallo tra più comuni il sistema inserisce un comune solo, però è possibile scegliere la voce localizzazione sovracomunale in GEL. In tal modo sarà possibile in fase di sistemazione dei dati, ricomporre le stringhe con i nomi anche degli altri comuni.

I campi della localizzazione che, fino al livello del comune, si autocompilano all’inserimento della geometria e si aggiornano in caso di spostamento della geometria. Sono modificabili in situazioni particolari per le quali si rimanda a questa pagina.

Si ricorda comunque che che per qualunque discrepanza o incongruità tra la parte geografica e quella testuale fa fede il posizionamento su mappa dell’entità rappresentata e che, anche in caso di errata compilazione automatica del campo LCC, in sede di pubblicazione dei dati l’informazione sarà gestita correttamente (come avviene nel caso di aree/siti che ricadono in più comuni).

La georeferenziazione

La compilazione obbligatoria di GPBB (Base cartografica di riferimento) è basata su un sintetico vocabolario che è possibile dettagliare nel campo GEN (Note), inserendo ad esempio l’anno della cartografia utilizzata o altre indicazioni utili a una migliore descrizione. Il campo GEL (Tipo di localizzazione) è precompilato, ma modificabile nel caso si tratti di georiferire un poligono che comprende più comuni o che delimiti una porzione di acque. Nel campo GEN (Note) è anche possibile inserire informazioni aggiuntive rispetto ad eventuali criticità o commenti da fare sulla georeferenziazione.

Le localizzazioni nello spazio marittimo

Francesco Marucci

La perimetrazione della fascia entro le 12 miglia dalla costa e di quella entro le 24 miglia sono state acquisite da: Flanders Marine Institute (2023): MarineRegions.org, in particolare: Flanders Marine Institute (2019). Maritime Boundaries Geodatabase: Territorial Seas (12NM), version 3 e Flanders Marine Institute (2019). Maritime Boundaries Geodatabase: Territorial Seas (24NM), version 3.

All'inserimento di una geometria nelle zone 12 e 24 miglia il sistema compila i campi LCR (Regione) e LCP (Provincia), mentre il campo LCC (Comune) viene valorizzato sempre con il termine nd, poiché le fasce 12 e 24 miglia non riportano le suddivisioni amministrative: per assegnare in modo fittizio una competenza amministrativa in mare, sono state ricostruite per l'occasione le zone in mare solo fino al livello amministrativo provinciale. Per il livello comunale invece, senza l'ausilio di dati ufficiali (di difficile reperimento), non è stato possibile ricostruire le diverse competenze. Nel caso, al momento della compilazione dei dati di una determinata geometria, fosse possibile ricavare anche l'informazione della competenza a livello comunale, invitiamo a riportarla nel campo note GEN.

Modificare i dati della localizzazione

All'inserimento di una geometria il sistema propone automaticamente la compilazione dei campi Regione, Provincia, Comune, la cui identificazione è legata all'intersezione dei layer con la geometria appena disegnata. I campi sono comunque modificabili nel caso la funzione di intersezione abbia dato un risultato non corretto (può capitare con geometrie a ridosso di confini comunali molto frastagliati) o si stia lavorando su un'area che comprende più comuni (o province o regioni) e si voglia scegliere quella ritenuta principale. In fase di stampa sarà possible aggiungere nel layout anche tutte le altre unità amministrative.

Tutti i dati vengono comunque ricalcolati al momento dell'ingresso in GNA, dove saranno visibili anche le localizzazioni multiple.

I sistemi di riferimento: alcune osservazioni e qualche errore da non fare

Francesco Marucci

Come Datum del sistema di riferimento è stato scelto il WGS84, per avere una perfetta sovrapposizione con le cartografie di base più diffuse e più utili nel disegno delle geometrie necessarie al GNA (primi fra tutti i diversi strati di OSM), ma anche le foto satellitari, come Bing e Google.

Per quanto riguarda i dati è stato scelto l'SR WGS84 geografico Lat Lon (EPSG:4326), in modo da superare il problema del doppio fuso dell'Italia, che come sappiamo in gran parte è divisa tra i fusi 32 e 33. L'SR del progetto è invece WGS84 Pseudo Mercator per avere una sovrapposizione perfetta (senza quindi riproiezioni che ne distorcano i contenuti, essendo raster) delle basi cartografiche, che sono espresse solamente nel SR (EPSG:3857) appunto.

Per quanto riguarda il problema delle misurazioni e distanze, fortunatamente abbiamo a disposizione un software GIS completo che risolve questa questione permettendo di configurare a livello di progetto il parametro dell'ellissoide per i calcoli di distanza e area (WGS84 (EPSG:7030)). Per evitare errori nelle misurazioni assicurarsi quindi che le proprietà del progetto siano settate nel modo seguente: Progetto > Proprietà > Generale > Misure: Ellissoide=WGS84 (EPSG:7030) e Mostra coordinate in uso=Unità mappa (metri)

Ellissoide.png

La scelta del sistema di riferimento dei dati e del progetto fatta verso il Datum WGS84, sottintende che il caricamento all'interno del progetto Template di layer geografici (sia vettoriali sia raster) espressi in un qualsiasi sistema di riferimento basato su altro Datum (come ad esempio Roma40 o ED50 o ETRS89 o RDN2008) venga sottoposto a una trasformazione di coordinate effettuata applicando algoritmi locali dedicati poiché le trasformazioni generiche "to_wgs84" a 7 parametri producono degli errori che possono anche arrivare a 2 metri. È necessaria quindi l'applicazione di algoritmi di trasformazione basata sui grigliati NTv2, gli unici in grado di ridurre gli errori a livello di centimetri.

I grigliati NTv2 ufficiali in Italia sono prodotti da IGM, ma non sono forniti con licenza Open, se non per la PA; alcune Regioni hanno prodotto dei grigliati NTv2 locali che sono utilizzabili gratuitamente (ad esempio Regione Emilia-Romagna e Regione Toscana). Il Portale Cartografico Nazionale offre un servizio di conversione on-line del formato ESRI Shapefile.

Rimangono quindi a carico dei singoli utenti il corretto caricamento, la trasformazione e l'utilizzo come base di riferimento nel Template di layer che non siano espressi nativamente in WGS84. Torna su